Nelle regioni italiane, ovvero Lombardia e Veneto, in cui dopo il Congresso di Vienna fu più forte la presenza austriaca, la diffusione della terapia omeopatica fu fortemente osteggiata, rappresentando la terapia prediletta dagli “oppressori”.
Ci fu, però, un episodio che modificò l’atteggiamento della classe medica locale e favorì l’apertura da parte dei più scettici nei confronti dell’Omeopatia. Vediamo nel dettaglio cosa accadde.
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Il caso Radetzky: la comparsa della malattia
Il protagonista di questa vicenda fu il Feldmaresciallo Joseph Franz Karl Wenzel Graf Radetzky von Radetz (1766-1858) che, colpito da “tumore” endorbitario destro inglobante buona parte del bulbo oculare, si affidò alle cure dal suo medico di fiducia Christoph Härtung (1779-1857), il quale praticava la terapia omeopatica.
Il trattamento omeopatico
Il Feldmaresciallo Radetzky fu dunque sottoposto a terapia omeopatica. Scopriamo come proseguì la vicenda.
Conclusione della vicenda
Dopo aver seguito il Feldmaresciallo Radetzky per l’intero calvario, Härtung lasciò ai posteri la storia clinica del suo paziente sulle colonne del periodico “Allgemeine Homöopathische Zeitung”. Nonostante questo, nelle sue relazioni, non volle mai rivelare i farmaci utilizzati.
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